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Viaggio nel Peloponneso. I migliori ristoranti, hotel e spiagge

by La Redazione
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Una volta varcate le mura della città-castello attraverso l’unica porta d’ingresso (da cui il nome, che in greco significa “singolo ingresso”), ci si ritrova catapultati, sulle ali della fantasia, nelle vie di una ricca città mercantile dalla storia densa: prima di essere greca, fu infatti ottomana, veneziana e bizantina. Una strada fortificata conduce in cima alla rocca, da cui si godono indimenticabili viste panoramiche sulla città e sul mare blu intenso. Per tonificarsi dopo la fatica della camminata, non c’è niente di meglio di una nuotata. Per immergersi, basta scendere fino alle mura sul lato orientale della città, e varcare la piccola porta che, come in un palazzo veneziano, si affaccia direttamente sull’acqua. Mentre ci allontaniamo a dorso dall’antica banchina in pietra, si apre davanti a noi un’indimenticabile vista sulla città-fortezza aggrappata al fianco della montagna: timida e sfuggente a chi la cerca invano con gli occhi dalla costa, a chi la guarda dal mare, Monemvasia si rivela finalmente in tutta la sua bellezza.

Soggiornerete in uno degli hotel migliori di tutta la Grecia: ilHotel Kinsterna (www.kinsternahotel.gr/en). Situata a circa quindici minuti di auto da Monemvasia, nella splendida campagna che circonda la città, la proprietà è stata costruita sulle rovine di un castello veneziano. Con lussuosi colonnati, piscine e tre ristoranti tra cui scegliere (non perdetevi l’esclusivo “Sterna”, situato nel cuore dell’edificio storico e specializzato in rielaborazioni creative di piatti tradizionali in chiave raffinata), il Kisterna è particolarmente amato dall’élite ateniese, che viene in questa oasi di pace e comfort (ottimi i massaggi full-body offerti presso la spa) per rigenerarsi e coccolarsi. Le camere sono molto belle, spaziose come veri e propri appartamenti, curate in ogni dettaglio e dominate sul fronte estetico dalla pietra viva.

La sensazione, arrivando al Capo Tanaroil promontorio di Mani che separa il Mar Egeo dal Mar Ionio, è quello di essere giunti alla fine del mondo. E non sorprende che proprio in questa propaggine estrema del continente europeo, la striscia di terra più a sud prima del Mediterraneo e dell’Africa, gli antichi Greci avessero posto la bocca dell’Ade, il regno dei morti.

E se si ha la fortuna di raggiungerlo in uno dei tanti momenti in cui il promontorio è totalmente deserto – mare, cielo, roccia nuda e nient’altro, senza auto e altre tracce di modernità a ricordarci che siamo nel XXI secolo – è difficile non viaggiare mentalmente indietro nel tempo e immaginarsi nell’Antica Grecia. E sembra quasi di vedere i fedeli che venivano in pellegrinaggio in questa terra remota per consultare l’oracolo del Signore. Tempio del dio Poseidonei cui ruderi si ergono ancora oggi a pochi metri dalla spiaggia. Pochi metri più avanti, tra la macchia mediterranea, emergono i resti di una villa romana: al centro, un bel mosaico decorato con piccole onde. Con ogni probabilità, anche questo è un omaggio al potente Dio del mare, il cui spirito, in questa estrema appendice del mondo, aleggia ancora oggi nell’aria.

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