Reportage da Paços de Ferreira e Aves, dove Paulo si è formato in panchina. Un ex presidente e tre ex giocatori raccontano di lui: “Ha cambiato il Paese con le sue idee”. Come l’anno in cui, a 5mila euro al mese, è andato in Champions League con schemi di basket, un mancino sovrappeso e una piccola auto”
La nebbia è un segnale dall’alto. L’epopea del Milan di Sacchi è iniziata con la nebbia calata su Belgrado nel 1988. Se non ci fosse stata, chissà. Paulo Fonseca, nel suo piccolo, ha vissuto una storia simile. Stagione 2012-13, Fonseca si è dovuto salvare con il piccolo Paços de Ferreira, invece è partito bene e nel momento decisivo stava pareggiando 0-0 in casa con l’Estoril, quando la nebbia è calata sul Paços. Rinviato al giorno dopo per gli ultimi 13 minuti. Mezz’ora prima di entrare allo stadio, Fonseca ha chiamato la squadra al campo di allenamento e ha elaborato uno schema come nel basket. “Al primo pallone buono, facciamo così”. Poiché la sorte favorisce i giovani e gli audaci, lo schema ha funzionato, Fonseca ha vinto e si è qualificato per i preliminari di Champions League. La sua ascesa al Milan inizia in quei giorni e per capire chi è l’allenatore scelto da RedBird bisogna venire qui, a mezz’ora da Porto, paesaggi da Sud Italia e tanti ricordi da trentenne con la cresta. Il ciuffo arriverà con il tempo.