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Alla scoperta di Tartu, Capitale Europea della Cultura 2024, e del Sud dell’Estonia

by Francesca
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Considerato tutto quello che c’è da fare in un dato giorno, immagina quanti eventi ti aspettano per Tartu Capitale Europea della Cultura 2024!

Il programma è stato inaugurato con una serie di eventi ad Aparaaditehas, il polo culturale che ha riportato in vita una vecchia fabbrica sovietica e dove vi aspettano negozi, caffè, librerie nascoste dietro gallerie d’arte, dove potrete trovare ristoranti vegani e molto altro ancora. Qui, sotto la neve, Tartu ha dato il via a un anno in cui vuole presentarsi all’Europa, uscire dall’anonimato e attirare l’attenzione.

Come ha detto il sindaco di Tartu, Urmas Klaas, durante l’evento di lancio, “non pensate che l’Estonia sia una nazione piccola: è semplicemente compatta”. Del resto ci vorrebbe un viaggio piuttosto lungo per poter apprezzare l’intero programma di Tartu 2024. Il tema è già di per sé un condensato di idee: Arte della sopravvivenza (the art of survival) nasce come spunto per parlare di quelle qualità che oggi sono necessarie per sopravvivere e vivere meglio in un mondo in continuo cambiamento. Purtroppo il tema ha acquisito nel tempo connotati sempre più concreti, considerando la pandemia, la guerra in Ucraina e quella in Palestina. Attuale e attuale: un motivo in più per visitare l’Estonia, che attende 1 milione di visitatori, provenienti soprattutto da Lituania, Norvegia, Lettonia, Inghilterra e Germania.

Il programma è suddiviso in quattro categorie principali, che danno il senso dei valori su cui punta l’organizzazione: Tartu con la Terra, Tartu con l’Umanità, Tartu con l’Europa, Tartu con l’Universo.

All’interno di questi maxi contenitori troverete di tutto, a partire da eventi culturali volti a stimolare il pensiero critico e soluzioni per il futuro, come il festival letterario Prima Vista, un festival interdisciplinare che esplorerà le moderne interpretazioni di utopie e distopie in campo artistico e critico; il programma Arts of Survival Documentaries, che ha visto otto registi estoni e internazionali raccontare la storia della regione dell’Estonia meridionale con la loro sensibilità o l’Hybrid European Democracy Festival.

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